LA TRUCE VITA DI VIA VENETO: SFILA VANESSA FOGLIA PER ABITAR

MISS SAX INVIATA ALLA SFILATA DI ABITART IN VIA VENETO
LA SAX ALL'OPERA

NON BASTA UNA SFILATA MODAIOLA PER FAR RISORGERE LA SONNACCHIOSA VIA VENETO

DI GABRIELLA SASSONE


Direttamente dal Luxor, ecco l’immarcescibile Silvana Pampanini, 88 primavere e la verve che manco una manciata di showgirl-shampiste odierne messe insieme, una che racconta di essere rimasta “zitella” per scelta, ma di aver avuto “più proposte di matrimonio che mal di testa”, oltre al martellante corteggiamento di un gran signore chiamato Totò che conobbe sul set di “47 morto che parla”, nel lontano 1950. Scaltra come una volpe, Silvana per decenni lasciò intendere che la mitica canzone “Malafemmena” fosse stata scritta da Totò per lei (invece si scoprì che era dedicata alla moglie separata). Non poteva che essere lei, la colonnella Silvana, la madrina d’eccezione della sfilata-evento che sere fa ha riacceso le luci sulla ormai sonnacchiosa e morta Via Veneto (di notte ormai ci incontri solo porteur - tra cui il padre della tristemente famosa Dama Bianca Federica Gagliardi - a caccia di clienti ubriaconi e vogliosi di coccole da indirizzare nei vari localetti pieni di signorine russe e ucraine, alte e massicce come corazzieri, bionde platino stinte, pronte a spillarti per una bevuta tutto quello che hai nel portafogli). Se la realtà di Via Veneto è questa, ovviamente quando si organizza qualcosa in questa storica strada ci si ostina a parlare di Dolce Vita. Così anche Vanessa Foglia, stilista per Abitart, per la sua prima collezione si è ispirata alla “Bon Street”, apparecchiando con tappeto rosso il caffè Doney, per cercare di ricreare le atmosfere anni ’60 quando la vita era dolce, spensierata, i poveri erano belli, le donne sfoggiavano forme generose senza bisogno di passare dal gommista e senza paura di essere considerate “ciccione”. Un’epoca in cui la cultura e l’arte si mescolavano con l’ottima cucina e il buon bere e i “paparazzi” saltavano da un evento all’altro in cerca dell’agognato scoop (mentre oggi si scannano per una fotina visto che a Roma pare tutto finito). Ed erano baci e rose rosse in notti brillanti di luci e sogni da rincorrere. Tutto genuino, tutto autentico, scritto a mano, girato su pellicola, impresso sul rullino, abbagliato da un flash, come spiega la storica della moda Mara Parmegiani, ideatrice e promotrice dell’evento insieme al pellicciaio Alberto Leonardi. Ecco, tutto questo, si è cercato di ricreare da Doney, sorseggiando il cocktail “Dolce Vita”  creato appositamente dallo storico barman Mauro, depositario di tanti segreti di Vip e vippetti. Ad aprire la soirèe, la voce della cantante Sally Moriconici, che gorgheggia “Ma l'amore no, l'amore mio non può disciogliersi con l'oro dei capelli”. E’ vestita con un abito d’epoca anni ‘50 della collezione privata di Mara Parmegiani, una che ha dedicato la sua vita alla couture e ha scritto più libri storico-modaioli di quanti capelli ha in testa. Non solo: Mara Parmegiani ha fatto anche sfilare in passerella 4 abiti storici, con tanto di paparazzi in scena a flashare dietro le modelle. Quaranta invece le creazioni di Vanessa Foglia che compongono la collezione “Bon Street” autunno-inverno 2014-2015, dove ha trionfato l’uso del tulle, lucidi velluti, lane cotte in giacche, cappotti e bordure, e persino sul tacco delle scarpe abbinate agli outfit. Gran finale con le spose: abiti sempre in tulle con tanti volants, ma non bianchi, bensì nelle nuance dell’azzurro, con punte di giallo. Azzurrissimo anche l’ultimo, con pizzo e velo in tinta, indossato dalla modella Valeria Oppenhaimer. Il tutto sotto l’attenta regia di Fulvio e Mirko Valente. Immancabile il siparietto di danza e canto di Alex La Rosa con 4 ballerine del suo corpo di ballo. Ad applaudire, nonostante il clima natalizio con gocce di pioggia e raffiche di vento, anche la senatrice Maria Pia Garavaglia, Leopoldo Mastelloni, Elena Russo, Marisa Laurito, Adriana Russo, il comico Antonio Giuliani, gli aristoboys Guglielmo Giovanelli Marconi e Giuseppe Ferrajoli, Alessandra Canale e tanta stampa del settore. Tutti ad abbracciare la mitologica Patrizia de Blanck, contessa vera e donna simpaticissima, riapparsa dopo un lungo periodo di isolamento causato dal dolore per la scomparsa dell’amatissimo fratello pittore Dario. Patrizia ora sta bene, è sempre una leonessa, ed è pronta a ruggire di nuovo. A Via Veneto, nei saloni stuiccati dell’Excelsior, ha sfilato qualche sera dopo la bella stilista Giada Curti, con la collezione “Shukran”, dedicata agli Emirati Arabi e in particolare a Dubai, dove ha appena aperto un atelier. E stasera, da Elle di Luca Pavoni, happening tra moda, arte, design e fotografia, inserito nel calendario ufficiale di AltaRoma AltaModa e intitolato “Unique – Couture e Avant-garde” a cura di cm Project e La Congrega Observatory.



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