DOMANI ALLE 19 SPAZIO FANDANGO VIA DEI PREFETTI

FRANCESCO PAOLO DEL RE CON FEDERICA SCIARELLI OGGI AL ROMA PRIDE

LA COVER DEL LIBRO DI POESIE "IL TEMPO DEL RACCOLTO"

SCOCCA "IL TEMPO DEL RACCOLTO" 
PER FRANCESCO PAOLO DEL RE
UN LIBRO DI POESIE TRA SUGGESTIONI PUGLIESI, LA GRANDEZZA DI ROMA 
E LO SCORRERE DELLE STAGIONI 

DI GABRIELLA SASSONE

Lavora da anni come ufficio stampa di eventi e curatore di mostre e fa pure il redattore nella trasmissione di Raitre "Chi l'ha visto?". E' grazie a lui, infatti, se oggi la conduttrice Federica Sciarelli ha accettato di fare la madrina del Roma Pride e sfilare in testa al corteo per dare manforte al popolo gaio, trans, lesbo. Chi fa il mio mestiere di giornalista o frequenta gli eventi, le feste, le discoteche non solo gaie, non può non conoscere Paolo Francesco Del Re da Bitonto, classe 1980. Se oggi è a scatenarsi al Gay Pride, domani, domenica 14 giugno, sarà allo Spazio Fandango di via dei Prefetti per presentare il suo primo libro, dopo l'anteprima nazionale al Salone Internazionale del Libro di Torino. 
Appuntamento alle 19 per sapere tutto del debutto poetico di Francesco Paolo e leggere le poesie del suo "Il tempo del raccolto" (Secop edizioni, Collana I Girasoli), che raccoglie una selezione delle liriche composte negli ultimi 4 anni. E sì perchè Francesco Paolo si diletta a scrivere poesie. Da lungo tempo. In questo libro, ecco in rime il racconto del tempo e delle stagioni, la vertigine del viaggio, la ricerca di un’identità, le lacerazioni del passaggio verso l’età adulta, i chiaroscuri della casa, la monumentalità di Roma, città d’elezione, e le suggestioni della Puglia, sua terra d’origine e riferimento imprescindibile a cui incessantemente tornare. Domani, alla Fandango, accanto all'autore ci saranno il vicedirettore di Raitre Stefano Coletta (che firma la prefazione del libro; postafazione a cura della poetessa Angela De Leo)il giornalista del Corriere della Sera Edoardo Sassi e il poeta e traduttore Andrea Breda Minello
Pugliese di nascita trapiantato a Roma, Francesco Paolo Del Re conserva nei suoi versi l’austera fierezza degli ulivi e delle cattedrali romaniche della terra di Bari, facendola incontrare con gli echi dei passi che, nel corso dei millenni, hanno calcato le strade della Città Eterna. I settantuno testi che compongono la raccolta sono organizzati in quattro sezioni dedicate alle quattro stagioni, a partire dall’autunno per finire con l’estate, con due piccole appendici a fare da sipario, in apertura e in chiusura, e un saluto finale al lettore. Ciascuna stagione viene raccontata affiancando scritti di anni diversi e inventando, in questa somma, la dimensione esistenziale di una stagione al di sopra dei calendari.

FRANCESCO PAOLO DEL RE AL SALONE DEL LIBRO DI TORINO

Nella sua prefazione Stefano Coletta scrive: “Le stagioni dell’anno restano un pretesto per fissare sensazioni, percezioni, ossimori significanti e spietati. Un’eco montaliana aleggia sullo spartito compositivo di Francesco, restituendo al lettore una scansione tragica del giorno e della notte, della luce e del buio, dell’habitat metropolitano contrapposto a quello marino... Un percorso reclamante nitore, trasparenza, dove non hanno significato il dato anagrafico, storico e culturale ma a prevalere è il coraggio di guardarsi dentro e a mettersi in gioco, attraverso un ‘fuori’ da sé, valido per ogni creatura”.

FRANCESCO PAOLO DEL RE AL SALONE DEL LIBRO DI TORINO

“Fondamentale la parola per il poeta: conoscerla, penetrarla per scavare l’intimo humus che la rende piena di senso e significato, colma di tutte le cose del mondo e di ciascuna in maniera particolare. La parola, unica cosa vera in tutto il possibile disordine. Perché tutto si faccia ordine e comprensione nella sua nominazione”, nota Angela Del Leo a conclusione del volume. E aggiunge: “Nelle poesie di Francesco Paolo Del Re c’è sempre, alla fine, un movimento ascensionale, uno sguardo verso l’infinito: azzurra finestra della sua anima assetata di sogno e di luce, pur rimanendo ancorata alla quotidianità delle certezze quotidiane, dei gesti e degli oggetti cari, ritrovati ad ogni nuova alba, degli incontri consueti e immediati del giorno, che vince ogni indugio per farsi tramonto o sera. L’infinito, ansia di tutte le sue ambizioni; promessa mai mantenuta; sogno irrealizzato e forse irrealizzabile. Perciò così tanto desiderato”.

FRANCESCO PAOLO DEL RE A MUCCASSASSINA









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