ANNIVERSARI: 125 ANNI DI BONTA' NEL LIBRO DI DANIELA BRIGNONE


PAOLO GENTILINI

VITA, FATTURATO E MIRACOLI DELL'AZIENDA DI BISCOTTI GENTILINI 
UN VIAGGIO TRA I DELIZIOSI 
"OSVEGO", "NOVELLINI" E "BRASIL"
PER RACCONTARE L'EVOLUZIONE 
DEGLI ITALICI USI E CONSUMI

Di Gabriella Sassone

125 anni di bontà. Un compleanno importante quello del prestigioso “biscottificio” italiano, fiore all’occhiello per l’eccellenza del “Made in Italy” che anche in un momento di grave crisi economica globale continua a veder crescere consensi, con un fatturato di 30 milioni di euro (dati 2014), in uno stabilimento con oltre 70 dipendenti fissi e 20 stagionali, 50 agenti in tutta Italia e oltre 80 referenze nel suo portafoglio. Parliamo dell’azienda Biscotti P. Gentilini, esempio nei decenni di successo, serietà, tradizione, romanità e autorevolezza. 
Il 125° anniversario dell'azienda sarà celebrato alla grande. Innanzitutto, in collaborazione con Poste Italiane Filatelia, con la realizzazione di un folder in edizione limitata contenente due cartoline raffiguranti il mitico trenino di biscotti Gentilini risalente agli anni ’30 ed un catalogo dei prodotti dei primi del 1900. Entrambe le cartoline saranno allestite con il francobollo dedicato alla Biscotti P. Gentilini emesso nel 2010 e con l’annullo filatelico celebrativo della manifestazione. 
Poi, con un libro dai mille risvolti, che racconta l’affascinante storia dell’azienda: “Biscotti P. Gentilini 125 anni di bontà (1890-2015)”, scritto da Daniela Brignone e pubblicato da Palombi Editori.
Presentato dall’autrice e da Paolo Gentilini alla Galleria del Cardinale di Via Pilotta, con Maria Concetta Mattei del Tg2 a moderare l’incontro.
Un saggio e una biografia, una raccolta di preziosi documenti d’archivio e dati economici, un percorso di ricostruzione analitica di una realtà imprenditoriale che parte dalla provincia bolognese per approdare nella Capitale, dove un giovane con le idee chiare riesce a sviluppare in pochi anni un impero attraverso il sudore di un sano lavoro, una volontà ferrea, una fantasiosa creatività ed una lungimirante mentalità imprenditoriale.
Il ragazzo è Pietro Gentilini, capostipite di cui si traccia il percorso dalla giovinezza a Vergato per approdare alla descrizione dell’attuale azienda presieduta dal nipote Paolo, ricostruendo in dettaglio – tra eventi e contesti storici diversificati, carteggi epistolari e racconti familiari - l’eroica sfida di un uomo determinato a realizzare i propri sogni. Dolcetti composti da farina, zucchero, burro, miele e vaniglia sapientemente miscelati (la ricetta è ancora segreta) e confezionati in scatole di lusso per pochi privilegiati, ma diventati nel tempo un prodotto ricercato da famiglie di ogni estrazione sociale.
Una storia semplice e pulita, quella narrata dall’autrice, dal piccolo laboratorio artigianale dove Pietro Gentilini creò gli Osvego, i Novellini, le Margherite, i Brasil, i Vittorio, biscotti destinati ad entrare nelle case delle italiche famiglie,
che abbraccia un modello di tradizione alimentare tracciando un ritratto sull’evoluzione dei consumi e dell’immaginario collettivo ad essi connesso, oltre che sulla storia di Roma legata alle sue attività commerciali, industriali e iconografiche da fine Ottocento ai giorni nostri.
In ogni cofanetto di biscotti è raffigurato un pezzo della Città eterna, un elemento bucolico o uno stereotipo grafico atto a generare ricordi e visioni collegati all’infanzia: un packaging d’immagine che nel corso degli anni si è adeguato con originale creatività anche alle logiche del marketing pubblicitario.
Insieme alla fotografia sociale di un’epoca che cambia con i suoi prodotti di consumo alimentare, si racconta delle profonde relazioni affettive di una famiglia numerosa che mai si scoraggia di fronte ad eventi imprevedibili e vince la partita con il consumatore il quale, più che cliente, risulta un affezionato e costante seguace, innamorato da più generazioni di sapori genuini e inequivocabili.
Le tracce legali e contabili dell’evoluzione dell’azienda – anno per anno – sono frutto di una ricerca d’archivio che, accorpata a inedite immagini d’epoca, sia private che pubblicitarie, e ad una scorrevolezza testuale che accresce la curiosità di fatti storici come di aneddoti personali, fanno di quest’opera una testimonianza completa di una vicenda aziendale unica nel suo genere.



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