PAPA FRANCESCO
PAPA FRANCESCO A TIRANA:
UNA REALTA' PIU' GRANDE DEI
SUOI CONFINI
Una domenica in Albania per Papa Francesco: il pontefice arriva domani a Tirana e nella sua breve visita, appena undici ore, promuoverà il dialogo religioso tra la maggioranza musulmana e i cristiani e ricorderà le vittime del comunismo. Per il Papa argentino è la quarta visita in terra straniera, la prima in un Paese europeo, dopo i viaggi in Brasile, Terra Santa e Corea del Sud. Le strade della capitale, Tirana, sono vestite a festa, con le bandiere nazionali del Vaticano. Si sta ultimando la collocazione dell'altare a piazza Madre Teresa, che per un mese è stata sottoposta a un'amplia ristrutturazione, tanto del pavimento che delle facciate degli edifici. Dall'altare il Santo Padre officerà la Messa, alle 11, a cui si aspettano varie centinaia di migliaia di albanesi cattolici e musulmani, arrivati anche dal Kosovo, dalla Macedonia, dal Montenegro e da altri Paesi europei.
Il piccolo Stato alle porte dei Balcani, infatti, è più grande del suo
territorio e dei suoi confini, forse è senza confini, proprio perché gli Albanesi sono
diffusi in Kosovo (chiamata Kossova), in Macedonia, nel
Montenegro, oltre che ovviamente nell’Italia del Sud, dove emigrarono in massa
nel secolo XV e, successivamente, ovunque per fuggire prima dai conquistatori turchi e poi dalle
dittature comuniste di Russia e Cina. I conquistatori non ci sono più e le
ideologie sono crollate. Gli Albanesi sono liberi, possono professare la fede
cattolica (anche se sono in maggioranza musulmani) senza commettere reato
contro la Costituzione. Oggi si parla di convivenza, di dialogo, di incontro
tra religioni. Ma la fede cattolica, di
cui Giorgio Castriota Skanderbeg fu
definito atleta e difensore dai Papi, dalla Repubblica di Venezia e dal Regno
di Napoli, era rimasta accesa sotto la cenere anche negli anni più duri. Non a
caso con l’avvento della libertà due
nipoti del dittatore Enver Hogha furono battezzati a Roma nella Chiesa
Cattolica di rito bizantino “Sant’Atanasio” di via del Babuino mediante
immersione nella Fonte Battesimale, secondo il rito bizantino-ortodosso.
Qui, tra piazza di Spagna e Piazza del
Popolo, è attivo un centro di incontro e
di cultura il cui nome convoglia storia e leggenda. Si chiama “Besa”. Besa in
albanese - in lingua schiptare -
significa promessa, rispetto della parola data fino alla morte. E’ il
succo di quel mito che vuole che un
principe albanese mantiene la promessa di riportare alla madre la figlia che
era andata in sposa in un paese lontano. E il principe - Costantino – gliela
riporta, ma ella è un cadavere in sella al cavallo. E il leader
democratico Sali Berisha, socialista,
ministro della nuova Albania, venne qui a illustrare il suo programma agli
albanesi della diaspora.
La storia dell’Albania è lunga, tra principi, tribù,
re, repubblica, dominazione dell’Italia fascista, e gli Albanesi possono
annoverare come propri cittadini Alessandro Magno e il re dell’Epiro, Pirro. A
volte i piccoli possono fare grandi cose. Chissà che oggi dall’Albania non
parta un messaggio di pace tra i popoli. Amen!
LA CHIESA SANT'ATANASIO DI VIA DEL BABUINO
DI RITO BIZANTINO
PAPA FRANCESCO COL PATRIARCA DI COSTANTINOPOLI
BARTOLOMEO I
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